Babytalk: quando il linguaggio si fa piccolo

Il linguaggio, questa invenzione squisitamente umana,
può consentire quello che, in linea di principio, non dovrebbe essere possibile.
Può permettere a tutti noi – perfino a chi è cieco dalla nascita –
di vedere con gli occhi di un altro.

Oliver Sacks

In maniera del tutto spontanea e naturale i genitori utilizzano un linguaggio che promuove le lallazioni musicali e conseguentemente l’apprendimento linguistico: il babytalk.

Il babytalk non è altro che un’enfatizzazione del linguaggio comunemente parlato che viene “musicalizzato” per facilitarne la comprensione.

Il termine, coniato nel 1986, e di origine inglese, si compone dai termini baby “bambino” e talk “parlata”. Recentemente, nella lingua inglese sono state introdotte altre espressioni con le quali riferirsi ad esso: il mothernese, quello che in italiano viene tradotto con “maternese”, “mammese” o “parentese”, il caretaker speech, ovvero “il linguaggio di chi si prende cura di altre persone” e l’espressione più esplicita child-directed speech “il linguaggio che ha come interlocutore un bambino”.

Il babytalk è caratterizzato da un tono vocale alto, tempo rallentato, ritmo regolare, melodie molto semplici, cadenze spontanee e da un’enfasi delle linee melodiche molto enfatizzate, le parole utilizzate sono molto brevi e continuamente ripetute cercando di accentuarne le vocali, e viene spesso accompagnato da una mimica facciale e da una gestualità molto ricca.

Questo linguaggio è una vera e propria stimolazione sensoriale per il bambino a livello, uditivo, visivo, tattile, cinestetico e vestibolare.
La sua funzione è di fare da contenitore cognitivo ed emotivo per l’apprendimento linguistico.

Il babytalk è dunque una stimolazione per l’apprendimento dei primi contenuti della lingua parlata e incentiva la musicalità nel bambino aiutandolo a modulare e a giocare con i suoni della propria voce.

La musicalità aiuta il bambino ad apprendere le prime parole, è uno strumento che facilita questo processo soprattutto in tenera età. I bambini accompagnati da esperienze musicali nella vita prenatale e neonatale producono delle “lallazioni musicali” che si manifestano più precocemente e con più varietà. Le prime produzioni del bambino sono ripetizioni sillabiche “ma-ma”, “pa-pa”: saranno utili per l’acquisizione del linguaggio e quindi a darne un significato ed un senso riconosciuto e condiviso.

Nel bambino l’apprendimento linguistico e quello musicale sono analoghi, se non di aiuto l’uno all’altro.

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