Umanesimo e Rinascimento: musica ed educazione

Una persona che riflette e tuttavia non consideri
la musica come una meravigliosa creazione e dono di Dio,
dev'essere proprio un ignorante e non merita di essere chiamato essere umano;
non gli si dovrebbe far ascoltare altro che il raglio degli asini ed il grugnito dei maiali.

Martin Lutero

Il periodo che va dall’Umanesimo (periodo fino al 1300, caratterizzato dagli studi filologici: studio approfondito di testi classici. Sono importanti le scienze che sono mezzo con cui l’uomo fa la sua fortuna: Homo Faber) al Rinascimento (periodo che copre tutto il 1400, la società fiorisce e la cultura porta alla riscoperta dei classici e completa l’itinerario di laicizzazione; periodo in cui la scienza è legata all’arte, ricerca della bellezza e dell’armonia) a livello pedagogico non è molto ricco in quanto è un momento di transizione che si caratterizza per la laicità della società.

Nell’ambito di una concezione dell’uomo che si sforzava di superare i propri limiti allargando al massimo l’ambito delle sue conoscenze, anche la musica aveva una sua collocazione. Essa doveva infatti far parte della formazione dell’uomo colto. Verso la fine del Rinascimento, il forte evento storico della Riforma protestante, cambia radicalmente l’idea della storia precedentemente intesa.

Martin Lutero (1483-1546 ), è stato un teologo tedesco, noto principalmente come riformatore religioso e iniziatore del protestantesimo, porta in sé principi fortemente educativi:

  • il diritto-dovere allo studio (In Italia arriverà solo nel 1859 con la Legge Casati),

  • la gratuità e l’obbligo dell’istruzione-educazione,

  • l’autonomia dell’educazione e responsabilità della formazione.

Istruire gli uomini significa migliorare la società, in quanto l’uomo istruito è l’uomo virtuoso.

Per Lutero la musica era una meravigliosa creazione e dono di Dio. Lutero sentiva quella devozione per la bellezza della musica, influenzato positivamente dallo sviluppo morale ed etico.

Egli scrisse: “Non sono dell’opinione che tutte le forme artistiche debbano essere soggette e distrutte dal vangelo, come reclamano alcuni fanatici; d’altra parte io considererei ogni tipo di arte, specialmente la musica, al servizio di Colui che le ha donate e create”.

Lutero pensava che la musica inoltre avesse un forte potere educativo ed etico, oltre ad essere uno dei metodi principali per contrastare l’opera del diavolo. Egli collegava la musica alla teologia in modo così forte a causa della necessità di comunicare il vangelo oralmente un’azione che poteva essere compiuta con successo tramite un testo cantato.

Il punto di vista di Lutero sull’istruzione fu grandemente influenzato dalla sua devozione alla musica. Lui pensava che gli studenti dovessero essere istruiti nel canto, ogni giorno dopo pranzo: in questo modo il carattere morale, spirituale, instabile ed intellettuale degli studenti sarebbe migliorato. Inoltre pensava che gli insegnanti incapaci di cantare non fossero degni nemmeno di insegnare.

Egli riteneva che gli standard delle pratiche compositive non dovrebbero inibire la creatività o l’espressione musicale, infatti incoraggiava fortemente un equilibrio tra libertà musicale o composizione casuale e la rigida osservanza delle regole musicali.

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