Il pensiero magico dei bambini
La magia è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile.
E imparare le lezioni di entrambi i mondi
Paulo Coelho
La modalità di pensiero di tutti i bambini dai 2 ai 7 anni di età è il pensiero magico.
Il pensiero magico è uno strumento prezioso che il bambino utilizza quotidianamente nella gestione della realtà, per non averne paura, per conoscerla e per sentirsi al sicuro di fronte a situazioni nuove. Inoltre è fondamentale anche come mezzo per esprimere i propri stati emotivi.
Il pensiero magico, in psicologia significa “attribuire a tutti gli esseri e oggetti (anche inanimati) emozioni, volontà e pensieri”. In estrema sintesi, esseri e oggetti provano e pensano ciò che il bambino pensa e sperimenta quotidianamente a livello emozionale. Tale modalità di pensiero si contrappone a quello logico, tipico del mondo degli adulti, un pensiero razionale e causale.
Piaget, nella sua teoria stadiale, già evidenziava la capacità del bambino a ricorrere all’immaginario ed alla simbolizzazione nelle sue prime fasi dello sviluppo cognitivo.
Lo Stadio Pre-operatorio, che va proprio nel periodo dai 2 ai 7 anni, è caratterizzato dalle strutture mentali come azioni isolate interiorizzate attraverso le rappresentazioni.
È nello stadio seguente, che va dai 7 ai 12 anni circa, Stadio Operatorio Concreto, che troviamo come strutture mentali le operazioni logico-matematiche, spazio-temporali, parte-tutto che sono limitate a oggetti concreti attraverso l’instaurarsi del pensiero logico.
All’età di 7 anni, come sopra spiegato da Piaget, il bambino incontra il pensiero logico e piano piano va lasciando il pensiero magico: questo incontro porta il bimbo a rendersi conto che esiste qualcosa di diverso da lui, che gli oggetti inanimati non hanno volontà e desideri e che soprattutto il mondo non è governato dai suoi stati emotivi.
Piaget ci parla, in riferimento a questo, di animismo (attribuire cioè vita, sentimenti, volontà, possibilità di azione a tutti gli altri esseri del mondo, anche a quelli inanimati) e di finalismo (interpretare eventi naturali come spinti da causalità psicologica).
Il pensiero magico va considerato come un meccanismo molto raffinato ed importante con cui i nostri bambini fanno esperienza della realtà esterna ed interna a loro. Nel fare questo il bimbo non ha vincoli spazio-temporali, c’è quindi un’assenza di differenziazione tra dentro e fuori, tutto è investito di emozioni, ogni cosa può incidere sulle altre e ciò che lui pensa e prova ha un potere magico su ciò che lo circonda.
Questa sua capacità di entrare ed uscire da uno o più mondi di sua invenzione, all’interno dei quali vengono creati contesti, situazioni, personaggi con cui interagisce con serietà è sorprendente.
Il mondo immaginario è utile ed è motore per la crescita: fantasticare, darsi spiegazioni, immaginare mondi e realtà, azioni e comportamenti fornisce sperimentazioni che sono funzionali al suo sviluppo sano.
Il pensiero magico non è un’interpretazione falsa del mondo, è piuttosto una spiegazione immaginaria di qualcosa a cui il pensiero non riesce ad arrivare: il pensiero magico permette di vedere il mondo da prospettive diverse con una funzione fondamentale, la funzione di allenarsi ad esprimere e gestire emozioni associate ad eventi e ad esperienze vissute.
Dove vediamo nella quotidianità l’espressione del pensiero magico nei nostri bambini?
Di seguito alcune attività con cui i bambini amano intrattenersi in maniera spontanea e con un naturale ricorso al pensiero magico:
GIOCO SIMBOLICO
è il gioco del “far finta di…”, del fare “come se”. Secondo Piaget il gioco simbolico, espressione caratteristica dello stadio pre-operatorio, aiuta lo sviluppo cognitivo del bambino in uno stadio in cui il linguaggio non ha ancora raggiunto una sufficiente padronanza. Questo permette anche di trovare le prime strategie per conoscere e gestire la sfera emotiva. In questo gioco il bambino, per un tempo limitato, è inserito in un mondo immaginario in cui lui agisce come se quello stesso mondo fosse reale.
Il bambino con questo gioco ha la possibilità di “mettere in scena” conflitti interiori, contenuti emotivi e vissuti personali difficili che sta vivendo in quel momento della sua vita. La rappresentazione simbolica diventa in tutto e per tutto uno spazio protetto in cui al suo interno è libero di esprimersi, liberare e gestire le proprie emozioni, provare delle difficoltà e trovare e sperimentare delle soluzioni per superarle.
Tale gioco è anche un’ opportunità di confronto con i pari importante: attingendo ognuno dalle proprie esperienze, mettono in atto modelli visti dal mondo degli adulti, creano situazioni articolate e complesse di cui han sentito parlare o che hanno osservato integrandole con elementi di fantasia. Parallelamente questo gioco, offre anche una preziosa opportunità di interagire con l’adulto.
DISEGNO SPONTANEO
un’attività che i bambini amano fare è disegnare ed esprimersi attraverso il tratto grafico utilizzando tecniche artistiche diversificate. Anche in questa attività il bambino evoca mentalmente e rappresenta con l’uso di simboli e disegni i contenuti della sua mente attraverso l’immaginazione.
Con il disegno il bambino non vuole tanto fare una copia esatta dell’oggetto che vuole riprodurre ma piuttosto vuole imprimere nella carta l’essenzialità della sua forma, caricandola di mondi immaginari ed emozioni.
Pensate come il bambino possa dare una forma e delle caratteristiche sul foglio alle proprie paure, magari disegnando un mostro: dare un nome, una personalità a ciò che si prova ridimensionando il proprio vissuto sentito e provato. Questa forma di simbolizzazione offre un sostegno concreto ed una paura astratta con la consapevolezza di avere uno strumento che permette al bambino di tenere a bada quella stessa paura trovando anche dei modi per difendersi.
RACCONTO FANTASTICO
il racconto fantastico, con la classica struttura fiabesca è per eccellenza la forma narrativa che accompagna l’infanzia. Possiamo considerare le storie che l’adulto legge o racconta al bambino o viceversa, le storie che il bambino crea con fantasia per intrattenersi o darsi spiegazioni ad eventi che accadono a cui non sa darsi un perchè.
In questa attività il pensiero magico è centrale: il racconto di fantasia fornisce un archivio mentale di situazioni complesse unitamente ad una serie di soluzioni operative anche se immaginarie. Sotto l’aspetto emotivo ed affettivo, la fiaba permette l’espressione del proprio mondo interiore in forma simbolica attraverso i personaggi inventati.
Dal punto di vista cognitivo, la narrazione stimola l’applicazione del pensiero ipotetico-deduttivo a oggetti ed azioni.
In conclusione il pensiero magico tradotto nella capacità di immaginare e simbolizzare è una caratteristica umana che va valorizzata e coltivata. Ci permette di comprendere meglio il nostro bambino, supportarlo nella sua crescita, ci invita a sintonizzarsi con lui nelle sue modalità di funzionamento ed espressione. Il pensiero magico è uno strumento fondamentale per fare esperienza del mondo, per gestire i propri vissuti e le proprie emozioni che nascono da ciò che accade nella quotidianità, lo supporta nelle abilità sociali nel relazionarsi soprattutto con i pari.
Il pensiero magico dunque svolge funzioni importantissime per lo sviluppo, ed altrettanto importante è che l’adulto ne sia consapevole per migliorare il modo di interagire con il proprio bambino, di supportarlo nella crescita e di cogliere aspetti che ci permettono di conoscerlo nel profondo.
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