Benvenuto al mondo!
E un giorno siamo venuti alla luce dopo quel viaggio, che è stato veloce
Tu sei venuto alla luce su un ramo, io in una casa che è poco lontano
E chissà in quanti eravamo quel giorno, tutti a venire alla luce qui intorno
Lepri e bambini e picchi e ranocchi, tutti a incontrare la luce negli occhi
Chissà nel mondo quanti erano in festa, quando ci penso mi gira la testa
Sabrina Giarratana
Fare un figlio quando è in corso una pandemia ti ruba qualcosa.
Può sembrare un verbo forte rubare, ma è ciò che questo periodo ha fatto a tutti quegli attimi che diventano magici perchè condivisi, a tutte quelle cose che forse davamo per scontate e che ora ci ricordano la loro importanza:
papà non è potuto venire alle visite con noi, è sempre rimasto in macchina ad aspettare che io uscissi e con la curiosità di un bambino mi chiedeva ogni piccola cosa che vedevo dalle ecografie di te;
la tua sorellina è dovuta stare tre giorni tra asilo, nonni e papà nella trepidante attesa di poterti vedere e con il cuore stretto dalla mancanza della mamma;
i nonni han dovuto aspettare per poterti vedere e quando lo han potuto fare ti han mostrato solo i loro occhi pieni di felicità perchè il resto del viso era coperto dalla mascherina;
gli zii ancora non ti hanno visto, nemmeno il tuo padrino e la tua madrina che mi chiamano ogni giorno per sapere come stai, e per sapere quanto bello sei, perchè le foto non bastano per capire; …
Farti venire al mondo quando il mondo è un luogo in cui si ha paura di abbracciarsi, stringersi, baciarsi, quando il mondo è fermo sembra un’antitesi: tu che per 9 mesi sei stato il movimento dentro di me ed hai continuato ad accarezzarmi con i tuoi calcetti ed il tuo singhiozzo… le mie braccia saranno il tuo mondo per un po’, un mondo accogliente, che ha il profumo del latte caldo e il suono del battito del mio cuore e del mio respiro.
Ma farti venire alla luce è una delle esperienze più belle della vita, nonostante i 4 kg ed i vocalizzi in mi che han accompagnato la tua nascita, nonostante il dolore e la mano stretta a morsa alla mano di tuo padre, nonostante un po’ della mia testa e del mio cuore pensasse a Gioia e a che cosa stesse facendo in quel momento, nonostante le lacrime e la schiena a pezzi… quando i tuoi occhi son entrati nei miei, quando ho sentito il tuo profumo ed accarezzato la tua sofficissima pelle ho capito che non hai diviso l’amore che provo, ma lo hai moltiplicato.
E quindi benvenuto piccolo mio,
benvenuto te lo dico con tanta dolcezza per la vita e l’amore che avrai avanti a intorno a te,
te lo dico con l’amarezza del mondo che ti circonda ma con la speranza che nel nostro piccolo la nostra famiglia lo renderà un luogo accogliente,
te lo sussurro all’orecchio con tanta gratitudine e gioia, perchè non c’è dono più grande di essere tua madre, di vederti crescere e lasciarti andare dove sarà la tua strada.
La mia anima canta, canta di felicità per ciò che stringo tra le mani e tra le braccia: un marito meraviglioso, una figlia raggiante ed un figlio splendido.
“Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti.”
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