Il diritto del bambino al rispetto

Non parlavo ai bambini, ma con i bambini,
non dicevo loro ciò che volevo che fossero,
ma ciò che volevano e potevano essere.

Janusz Korczak

Cresciamo con l’idea che grande sia più importante di piccolo e che le persone piccole, abbiano piccole necessità, gioie, dolori. Invece dobbiamo rispetto alla laboriosa ricerca della conoscenza che hanno i bambini, dobbiamo rispetto alle sue sconfitte e alle sue lacrime. Dobbiamo rispetto alle proprietà del bambino e al suo budget. Dobbiamo rispetto ai misteri ed ai tentennamenti del duro lavoro della crescita.
Dobbiamo rispetto a ogni singolo momento, poiché scomparirà e non si ripeterà mai più.
Dobbiamo rispetto al bambino, gli dobbiamo il diritto di essere così com’è, e non dell’uomo che vorremmo fosse in futuro.

“Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione.
Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello,
abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli”

Chi è Janusz Korczak?
Il suo vero nome era Henryk Goldszmit. Nato a Varsavia il 22 luglio 1878 in una famiglia ebrea benestante. La sua adolescenza fu piuttosto turbolenta. La condizione della sua famiglia infatti peggiorò notevolmente con la morte del padre. Per sostenere la madre, ancora studente Korczak iniziò a lavorare dando lezioni private.
Sul finire dell’Ottocento decise di intraprendere gli studi di medicina. Fu in quegli stessi anni che cominciò ad occuparsi anche di pedagogia.

Trascorse infatti un periodo a Zurigo, dove conobbe l’opera di H.Pestalozzi, importante educatore e riformatore svizzero che dedicò gran parte della propria vita all’educazione di bambini svantaggiati provenienti dalle classi popolari.
Dopo diversi anni di lavoro come medico, molto del quale in via gratuita e rivolto ai più bisognosi, nel 1912 Korczak aprì la Casa degli Orfani di Varsavia.
Fu nell’orfanotrofio che le sue idee pedagogiche del tutto innovative poterono iniziare a concretizzarsi pienamente.

Korczak credeva fermamente che l’educazione fosse possibile solo attraverso una partecipazione attiva dei bambini, e così creò all’interno della Casa un Tribunale dei bambini, in cui discutere le dispute, un Parlamento dei bambini, in cui elaborare le regole del vivere comune, e persino un giornale, scritto da e per i bambini.

L’ambiente era bello e curato, con spazi comuni ma anche con attenzione al rispetto dell’individualità.

Nella Casa di Korczak vigevano i principi di giustizia, rispetto ed uguaglianza (tanto nei diritti quanto nei doveri) tra adulti e bambini. Non esistevano violenze o punizioni corporali. Ognuno aveva il diritto ad esprimersi e ad essere ascoltato.

Al centro dei suoi sforzi ci fu fin dall’inizio l’interesse a garantire la tutela dei diritti dei bambini, in primis quelli all’amore e al rispetto. Amare e rispettare il bambino significava per lui riconoscerlo, fin dall’inizio, in quanto persona, con una sua sensibilità e bisogni specifici.

Le sue idee e i suoi scritti, hanno ispirato la Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989.

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