Intelligenza emotiva e musicoterapia

Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, questo ti appartiene
Daniel Goleman

Le emozioni rivestono un ruolo fondamentale nella nostra vita e nella vita di chi ci sta accanto.

Emozione deriva dal latino “emovere” che significa smuovere, scuotere, trasportar fuori o più semplicemente, far emergere un movimento che parte prima di tutto da dentro di noi.

Come dalla frase sopra riportata, possiamo dedurre quanto sia importante dare un nome al proprio stato emotivo interno.

Questo processo può essere molto complesso ed in questo la musicoterapia attraverso l’impiego del parametro sonoro-musicale, ci può venire in aiuto: invitando la persona a compiere un viaggio che parte dall’espressione attraverso canali sensoriali, percettivi ed espressivi nella comunicazione non verbale e simbolica, nella condivisione dei propri vissuti nell’atto creativo improvvisativo, si può generare una riflessione interiore che aiuta a nominare le proprie emozioni e sensazioni. Esiste un rapporto profondo fra emozioni e musica!

Ripristinare nella vita di ognuno di noi un contatto autentico con le nostre emozioni, significa dare il via ad un processo in grado di consolidare una naturale armonia tra corpo, mente e spirito. 

La capacità di vivere, sentire, esprimere e controllare le emozioni è una qualità che non tutti possiedono in eguale misura e che, in alcune circostanze, può essere utile potenziare o acquisire totalmente.

Nel 1990, tale capacità fu definita da Peter Salovey e John D. Mayer con il termine di “intelligenza emotiva”: essa consente la consapevolezza dei propri vissuti emotivi e il controllo nell’espressione degli stessi, nonché la capacità di tollerare le frustrazioni, di riconoscere gli stati emotivi altrui (empatia) e, sulla base degli stessi, gestire le relazioni sociali.
È la capacità di distinguere tra sentimenti e sensazioni, e di usare tali informazioni per guidare le proprie azioni e comportamenti.

Nel 1995 Daniel Goleman ne tratta nel suo libro “Emotional Intelligence” tradotto in italiano nel 1997, traduzione che ha permesso lo studio, la ricerca e l’approfondimento anche nel nostro paese di questa tematica.

Questa intelligenza è composta da 5 abilità di intelligenza personale estese a 5 ambiti:

  • conoscenza delle proprie emozioni
  • controllo delle emozioni
  • motivazione di sé stessi
  • riconoscimento delle emozioni altrui
  • gestione delle relazioni

L’alfabetizzazione emozionale è molto importante per i bambini ed i ragazzi e si è diffusa negli ultimi 20 anni soprattutto nelle scuole americane.

L’intervento educativo deve essere volto a promuovere il benessere socio-emozionale della persona, attraverso l’insegnamento e l’apprendimento delle abilità definite nel concetto di competenza emotiva:

  • identificare e denominare le emozioni
  • esprimere le emozioni
  • valutare l’intensità emozionale
  • gestione delle emozioni in modo appropriato, senza lasciarsi travolgere da esse
  • mantenere costante l’obiettivo
  • aumentare la resistenza alle delusioni
  • conoscere la differenza tra emozione ed azione impulsiva.

Vi è un indirizzo pedagogico che inserisce in maniera specifica l’aspetto emotivo all’interno della formazione scolastica, il metodo Waldorf-Steiner, un approccio educativo su base spirituale, emozionale, sviluppatosi a partire dal 1919 su indicazioni di Rudolf Steiner (1861- 1925), teosofo austriaco fondatore dell’antroposofia.

La pedagogia Waldorf si ispira quindi alla “immagine antroposofica dell’uomo” che considera l’uomo come l’insieme di corpo, anima, e spirito. Queste tre parti dell’essere umano devono essere sempre tenute contemporaneamente in considerazione:

  • il corpo si esplica nella volontà e contiene l’Io fisico, i processi vitali e la coscienza
  • l’anima si incarna in un corpo e poi fuori da esso di nuovo in una esistenza spirituale, esplicandosi infatti nel sentimento
  • lo spirito congiunge la vita terrena con il mondo spirituale, in modo eterno e creativo, esplicandosi nel pensiero e nelle emozioni percepite dall’uomo.

La concezione Steineriana implica quindi l’esigenza di educare gli allievi in maniera armonica nei tre ambiti. Da qui discende l’ideale di educare in modo armonico le facoltà cognitivo-intellettuali (pensiero), quelle creativo-artistiche (sentimento) e quelle pratiche (volontà) dell’allievo.

La musica dunque, anche nella pedagogia Waldorf-Steiner, è un pilastro importante in quanto assume un ruolo di rilievo per la sua azione notevole nell’educazione sociale e morale del bambino-futuro uomo e rientra nelle facoltà creativo-artistiche legate al sentimento.

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