La zona di sviluppo prossimale: cos’è e come usarla nell’educazione dei tuoi bambini

La zona di sviluppo prossimo è il luogo in cui si realizza l’apprendimento significativo,
attraverso il processo di scaffolding o andaimatura,
che consiste nel fornire al bambino l’aiuto necessario per svolgere i compiti
e nel ridurlo progressivamente fino a renderlo autonomo.

John Reyes

La zona di sviluppo prossimo (ZSP) è un concetto della psicologia educativa che indica la differenza tra ciò che un bambino sa fare da solo e ciò che può fare con l’aiuto di un adulto o di un coetaneo più esperto. Questa differenza rappresenta lo spazio in cui il bambino può apprendere nuove abilità e conoscenze, grazie alla guida e all’interazione sociale.

Il concetto di zona di sviluppo prossimo fu introdotto dallo psicologo russo Lev Vygotskij (1896-1934), che criticava i test basati sulla conoscenza come misura dell’intelligenza dei bambini.

Vygotskij sosteneva che l’apprendimento non avviene solo per via naturale e spontanea, ma anche per via culturale e mediata. Per questo, il ruolo dell’educazione è quello di offrire ai bambini esperienze che siano nella loro zona di sviluppo prossimo, stimolando e facilitando il loro sviluppo individuale.

Come si identifica la zona di sviluppo prossimo

Per identificare la zona di sviluppo prossimo di un bambino, bisogna osservare il suo livello di competenza in relazione a un compito o a un obiettivo. Si possono distinguere tre livelli:

  • Il livello di competenza attuale: è ciò che il bambino sa fare da solo, senza bisogno di aiuto. Corrisponde al suo livello di sviluppo effettivo.

  • Il livello di competenza potenziale: è ciò che il bambino può fare con l’aiuto di un adulto o di un coetaneo più esperto. Corrisponde al suo livello di sviluppo potenziale.

  • Il livello di competenza impossibile: è ciò che il bambino non può fare nemmeno con l’aiuto di un adulto o di un coetaneo più esperto. Corrisponde al suo livello di sviluppo impossibile.

La zona di sviluppo prossimo si trova tra il livello di competenza attuale e il livello di competenza potenziale. È qui che si situa la sfida educativa: proporre al bambino compiti che siano né troppo facili né troppo difficili, ma adeguati al suo grado di maturazione e capaci di sollecitare il suo interesse e la sua motivazione.

Come si usa la zona di sviluppo prossimo nell’educazione

Per usare la zona di sviluppo prossimo nell’educazione, bisogna seguire alcuni principi:

  • Valutare il livello di competenza attuale del bambino, attraverso osservazioni, colloqui, test o altri strumenti.

  • Individuare il livello di competenza potenziale del bambino, tenendo conto dei suoi interessi, delle sue capacità e delle sue difficoltà.

  • Selezionare i compiti da proporre al bambino, scegliendo quelli che siano nella sua zona di sviluppo prossimo e che abbiano una rilevanza educativa.

  • Fornire al bambino l’aiuto necessario per svolgere i compiti, usando diverse strategie come la dimostrazione, la spiegazione, il feedback, la domanda, il suggerimento, la correzione, l’incoraggiamento.

  • Ridurre progressivamente l’aiuto al bambino, fino a renderlo autonomo nel svolgimento dei compiti. Questo processo è fondamentale per favorire l’apprendimento significativo.

  • Monitorare i progressi del bambino, verificando se ha raggiunto gli obiettivi prefissati e se ha acquisito le competenze previste.

Sviluppo prossimo nell’educazione

L’uso della zona di sviluppo prossimo nell’educazione ha diversi benefici, sia per il bambino che per l’educatore. Tra questi, possiamo citare:

  • Il bambino viene stimolato a superare i suoi limiti e a raggiungere nuovi livelli di competenza, senza scoraggiarsi o annoiarsi.

  • Il bambino sviluppa la sua autostima e la sua fiducia nelle proprie capacità, sentendosi valorizzato e apprezzato per i suoi sforzi e i suoi risultati.

  • Il bambino impara a collaborare con gli altri e a beneficiare dell’aiuto reciproco, sviluppando le sue abilità sociali e comunicative.

  • L’educatore conosce meglio il bambino e le sue caratteristiche, potendo adattare il suo intervento alle sue esigenze e ai suoi interessi.

  • L’educatore favorisce il coinvolgimento e la partecipazione del bambino, rendendo l’apprendimento più attivo e significativo.

  • L’educatore promuove lo sviluppo integrale del bambino, tenendo conto delle sue dimensioni cognitive, affettive, relazionali e morali.

Concetti che gravitano intorno alla zona di sviluppo prossimo

Lo scaffolding in educazione è una tecnica di insegnamento proposta da Jerome Bruner, che consiste nel fornire aiuto e guida agli studenti mentre apprendono nuovi concetti o abilità. Il termine “scaffolding” deriva dall’inglese e significa “impalcatura”. Si riferisce all’idea di creare una struttura di supporto temporanea che viene gradualmente rimossa (fading) man mano che lo studente diventa più autonomo e competente.

Lo scopo dello scaffolding è quello di proporre allo studente compiti che siano nella sua zona di sviluppo prossimo, cioè né troppo facili né troppo difficili, ma adeguati al suo livello di maturazione e capaci di stimolare il suo interesse e la sua motivazione.

L’andaimatura in educazione è un termine che deriva dal concetto di scaffolding, introdotto dagli psicologi Wood, Ross e Bruner nel 1976 per descrivere una tecnica di insegnamento basata sulla zona di sviluppo prossimo di Vygotskij. L’andaimatura consiste nel fornire allo studente un supporto temporaneo e graduale per aiutarlo a svolgere un compito che altrimenti non sarebbe in grado di fare da solo. Il supporto viene ridotto man mano che lo studente acquisisce le competenze necessarie per raggiungere l’obiettivo.

L’andaimatura in educazione ha lo scopo di favorire l’apprendimento significativo e autonomo dello studente, stimolandolo a superare le sue difficoltà e a sviluppare le sue potenzialità. L’andaimatura richiede all’insegnante di valutare il livello di competenza attuale e potenziale dello studente, di selezionare i compiti adeguati alla sua zona di sviluppo prossimo, di fornire allo studente l’aiuto necessario per svolgere i compiti, di ridurre progressivamente l’aiuto allo studente, di monitorare i progressi dello studente.

L’andaimatura in educazione si basa sul principio della mediazione sociale dell’apprendimento, secondo cui lo studente impara grazie all’interazione con l’insegnante o con i coetanei più esperti. L’andaimatura si realizza attraverso diverse strategie, come la dimostrazione, la spiegazione, il feedback, la domanda, il suggerimento, la correzione, l’incoraggiamento. L’andaimatura si adatta alle diverse esigenze e ai diversi stili di apprendimento degli studenti.

Se l’apprendimento secondo questa teoria avviene atrraverso le esperienze vissute non possiamo non parlare del concetto di erlebnis.

L’erlebnis in educazione è un termine tedesco che significa “esperienza vissuta” o “vivente”. Si riferisce al concetto di esperienza interiore o percezione della mente, che costituisce il punto di partenza per la conoscenza e l’apprendimento. L’erlebnis è stato usato da diversi autori in ambito pedagogico e filosofico, con significati diversi.

Per Dilthey, l’erlebnis è il fondamento della psicologia e delle scienze dello spirito, che si occupano di comprendere la vita psichica e storica dell’uomo. L’erlebnis è un dato individuale, irripetibile e relativo, che richiede una comprensione empatica da parte dell’osservatore. L’erlebnis è il motore della storia e della cultura, che si sviluppano grazie all’interazione tra le esperienze vissute dei diversi soggetti.

Per Husserl, l’erlebnis è il punto di partenza della fenomenologia, che si propone di studiare le essenze universali delle cose. L’erlebnis è un dato assoluto, indubitabile e oggettivo, che richiede una sospensione del giudizio da parte dell’osservatore. L’erlebnis è il mezzo per accedere alla verità e alla scienza, che si fondano sull’evidenza intuitiva delle esperienze vissute.

Per Dewey, l’erlebnis è il principio dell’educazione progressista, che si basa sul coinvolgimento attivo dello studente nel processo di apprendimento. L’erlebnis è un dato dinamico, continuo e creativo, che richiede una riflessione critica da parte dell’osservatore. L’erlebnis è il fine dell’educazione e della vita, che si realizzano attraverso le esperienze vissute significative.

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