Mamma, ho paura!

È normale che esista la paura, in ogni uomo,
l'importante è che sia accompagnata dal coraggio.

Paolo Borsellino

La paura è un’emozione, naturale, sana e utile. È lo stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.
La paura è fondamentale per la nostra sopravvivenza: ci mette in allarme davanti a situazioni minacciose o di possibile danno e ci consente di attivare risposte di attacco o fuga con correlati fisiologici ben definiti.

Possiamo dire che le diverse paure dei bambini, nel corso della loro crescita, sono potenzialmente infinite e dipendono in larga misura dalla storia individuale.

Esistono tuttavia una serie di paure che possono essere considerate tipiche dell’età evolutiva:

  • dalla nascita: paure innate, presenti fin dalla nascita, per lo più associate a cambiamenti fisiologici repentini, come un forte rumore o un lampo (rumori, suoni, luce,…);
  • 8-9 mesi: paure più prettamente legate alla crescita come la paura dell’estraneo;
  • 12/18 mesi con apice a 2/3 anni: paura della separazione dal genitore (nel periodo di inserimento al nido, alla scuola dell’infanzia). Con l’evoluzione del pensiero e quindi con il miglioramento della gestione delle emozioni il bambino impara che è possibile superare la paura del distacco per divenire via via autonomi;
  • 3/5 anni: paura dei mostri, delle streghe, del temporale e del buio;
  • 6/12 anni: paure di minacce alla propria incolumità come quella dei ladri, di essere rapiti, delle malattie;
  • adolescenza: paure legate all’immagine di sé, alla corporeità e ai cambiamenti corporei, al giudizio degli altri. In questa fase si mettono in moto le proprie capacità, le competenze acquisite, il valore che ciascuno dà a se stesso, definendo così il proprio livello di autostima, con l’alternanza di paura e di desiderio.
  • età adulta: molte le paure che si diversificano, nel maschile e nel femminile, e si evidenziano quando si entra nel mondo del lavoro, quando di desidera uscire dalla dimensione dell’esser figlio per entrare in quella generativa con la formazione della propria famiglia e del generare figli. E quindi la domanda che ci si pone è legata alla paura di non farcela, di non riuscire a costruire il proprio cammino, di non avere le giuste risorse per costruire il proprio futuro;
  • tarda età: è caratterizzata dalla consapevolezza dell’età passata e il bilancio della propria vita, ove si verificano i risultati rispetto a ciò che si è realizzato e ci si avvicina alla dimensione della finitezza e di conseguenza alla paura legata alla fine della vita;
  • vecchiaia: la paura più comune è quella della morte.

Altre tipologie di paure sono quelle derivate da possibili eventi traumatici passati, (es. paura del dottore associata al dolore fisico; dell’acqua, se una volta abbiamo bevuto facendo il bagno, …).

Tipiche e più comuni paure dei bambini sono:

  • 0-6 mesi: rumori forti, cadere, estranei;
  • 7-12 mesi: fare il bagno, separarsi dalla madre, estranei, rumori forti, altezze;
  • 1-4 anni: abbandono, oscurità, rumori forti, clown, babbo natale, cambiamenti temporali, animali grandi;
  • 4-8 anni: mostri, guerre, paure specifiche come insetti, ragni, cani, … , abbandono, ferite, dolore, rimanere solo;
  • 8-12 anni: esami, ferite, morte, rifiuto del gruppo, fallimento, deludere i genitori.

Le paure dei bambini possono essere rinforzate dal contesto educativo e dall’ambiente in cui crescono, in quanto hanno una chiara tendenza ad imitare ed adottare le paure dei loro genitori, sia perché osservandoli tendono a comportarsi come loro sia perché si identificano con essi. Per questo motivo a volte tra le paure dei bambini e quelle degli adulti esiste un rapporto molto stretto e spesso solo se l’adulto impara a conoscere le proprie paure potrà aiutare il bambino ad affrontare le sue.
La paura può essere quindi contagiosa, poiché se una persona individua una minaccia, può trasmetterla agli altri con segnali specifici.

Il linguaggio non verbale dei genitori o degli adulti di riferimento trasmette al bambino lo stato di paura: il contatto corporeo, l’espressione del volto, i gesti e i movimenti del corpo e il tono e la modulazione della voce.

Il compito dell’adulto è offrire al fanciullo supporto e aiuto in modo che riesca a esprimerle:

  • è utile spiegare al bambino che è comune avere delle paure ma che non c’è motivo di spaventarsi, accogliamo le paure rispettandole e rassicurando il bimbo con la nostra presenza ed il nostro ascolto attivo;
  • aiutiamo a verbalizzare le paure e a dar loro un nome, facendo capire al bambino che sappiamo di cosa sta parlando (rispecchiamento emotivo);
  • facciamo sentire il bambino in grado di affrontare le paure e che non è solo nel farlo, diamogli fiducia: l’elaborazione e il superamento delle paure sono essenziali per lo sviluppo e l’autostima del bambino;
  • diamo degli spunti e degli strumenti per regolare le proprie emozioni: il disegno, l’uso del colore, il gioco, la lettura, la drammatizzazione (a seconda dell’età). Può essere utile anche svolgere delle azioni simbolo nella gestione delle emozioni: es. il barattolo della paura contiene tutti i disegni o i pensieri sulla paura, così come il barattolo della tristezza, della gioia, della rabbia,…
  • fare attenzione al proprio non verbale: per il bambino è importante vedere che l’adulto ha un atteggiamento sicuro, accogliente e fiducioso nei confronti del piccolo… le parole sono importanti ma anche il nostro modo di essere e di stare accanto a lui.

Vuoi saperne di più?

Scopri il mio studio e le mie attività, sarò lieta di rispondere alle tue domande e trovare il percorso più adatto a te.



Ultimi articoli

Medioevo: la musica nell’educazione

Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e cantici, che risuonavano dolcemente nella tua chiesa! Una commozione violenta: ...

La musica nell’educazione dell’Antica Roma

Una vita senza musica è come un corpo senz'anima. Marco Tullio Cicerone La storia di Roma è un affascinante intreccio ...

La musica nell’educazione dell’Antica Grecia: un viaggio nel suono e nell’anima

La musica è una legge morale: essa dà un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla ...