Sbilanciati in musica: Musicoterapia e disturbi del comportamento alimentare
Non sono mai “io” che decido il “mio” desiderio,
ma è il desiderio che decide di me, che mi ustiona, mi sconvolge,
mi rapisce, mi entusiasma, mi inquieta, mi anima,
mi strazia, mi potenzia, mi porta via.
Massimo Recalcati
In occasione del World Eating Disorders Action Day, condivido con piacere dei piccoli estratti dalla mia tesi di musicoterapia.
“Sbilanciati in musica” vuole essere sia un invito, che uno stato d’essere:
uno stato in movimento racchiuso nel qui ed ora…
sembra un paradosso, fotografare un istante e vedere nel fermo immagine il movimento… eppure nel nostro stato apparente di immobilità, c’è un flusso di scorrevoli sensazioni ed emozioni che si muove dentro di noi.
Sbilanciarsi, significa cambiare, avere il coraggio di alzarsi e muoversi dal nostro comodo posticino per modificare il proprio punto di vista.
Sbilanciarsi significa mettere in crisi un apparente equilibrio, impegnarsi a guardare dentro noi stessi, anche se è difficile, spesso doloroso e comporta impegno.
Sbilanciarsi significa rivelarsi, concedersi.
Sbilanciarsi, significa prendere una posizione nello spazio e nel tempo, esporre un proprio pensiero, una propria idea, il proprio essere.
Il termine “sbilanciarsi”, nei disturbi del comportamento alimentare assume anche altri significati: perdere il controllo, scardinare la rigidità verso sé stessi, comprendere che si vale molto più di un numero scritto su una bilancia, lasciare le proprie regole restrittive… però questo sbilanciarsi, attraverso la musica può portare a rivalutarsi, riscoprirsi, conoscersi, ascoltarsi, parlare con linguaggi diversi e guardare le cose con occhi nuovi.
Nel corso degli ultimi 100 anni il rapporto dell’essere umano con il cibo è diventato più difficile e l’atto di mangiare si è annodato al problema dell’immagine fisica di sé.
Nella nostra cultura la magrezza è diventata “un ideale simbolo di autodisciplina, di controllo, di liberazione sessuale, di sicurezza di sé, di competitività e di appartenenza ad una classe socio-economica più elevata”.
I disturbi del comportamento alimentare, più conosciuti con i nomi propri delle malattie più diffuse: anoressia, bulimia ed alimentazione incontrollata, sono condizioni del disagio contemporaneo che abbracciano tutte le fasce d’età e devastano la vita di molte persone, portandole a far ricadere sul corpo, le proprie sofferenze emotive.
All’origine di tali disturbi vi sono una compresenza di più fattori: il cibo non è la vera causa del malessere ma il mezzo per manifestare dei disagi interiori.
I disturbi del comportamento alimentare sono gravi problemi psicologici che si caratterizzano da uno schema ripetitivo e persistente di alimentazione non sana: non si tratta di manie, scelte o fasi che passano, divengono disturbo quando si cronicizzano e divengono una modalità rigida di utilizzo del cibo per gestire le emozioni.
Essi possono causare problemi di salute e/o disagio emotivo e sociale.
Si caratterizzano per :
- IPERCONTROLLO : estrema riduzione del cibo che si consuma (rigidità alimentare intesa come non assunzione di cibo o rigida selettività alimentare)
- DISCONTROLLO : alimentazione eccessiva (abbuffate e perdite di controllo)
Tra i giovani, i disturbi del comportamento alimentare sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali: nel 2016 in Italia le morti correlate ad anoressia e bulimia sono state più di 3000.
Nel 2017 in Italia 3 milioni di persone soffrono di questo disturbo: il dato è sottostimato in quanto molte persone non chiedono aiuto e non si rivolgono alle cure, inoltre fa riferimento quasi esclusivamente alla popolazione femminile in quanto gli uomini nascondono ancora di più il problema.
Il suono è un’importante elemento costitutivo del nostro sviluppo affettivo, cognitivo e relazionale oltre che un mezzo per conoscere la realtà circostante.
La Musicoterapia, rispetto ad altre forme di “cura”, ha il vantaggio di utilizzare il canale sonoro-musicale per intervenire in situazioni di disagio psichico, affettivo, sociale e intellettivo, al fine di migliorare la qualità di vita delle persone coinvolte.
Nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare, patologie che sorgono da disagi psicologici ed emotivi, la musicoterapia offre, a mio avviso un contributo molto positivo in quanto consente l’apertura di quei canali sensoriali ed emotivi per poter rientrare a contatto con il proprio corpo ed il proprio mondo interiore che spesso muove i comportamenti del disturbo.
In mancanza di una volontà di comunicare e condividere verbalmente gli stati emotivi interni, la musicoterapia risulta essere un prezioso ausilio che, partendo da una “comunicazione senza parole” di sensazioni ed emozioni, conduce a poco a poco il soggetto nell’ambito dei ricordi, delle sensazioni, dei blocchi mai superati, che potranno emergere spontaneamente dopo un ascolto o una vera e propria esecuzione musicale.
Solo così sarà più semplice accedere al vissuto della persona e sciogliere quei nodi, presenti magari da diverso tempo, che tanta sofferenza hanno generato.
In questo modo si costruirà un “ponte” tra mondo interno e mondo esterno, creando un percorso attraverso il quale passare dalla possibilità di esprimere le proprie emozioni alla capacità di decodificarle e regolarle.
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